Aci Trezza

Nacque Acitrezza come sbocco a mare della città di Aci SS Antonio e Filippo negli ultimi anni del 1600: era allora quel territorio una contrada inabitata e selvaggia dove un’isoletta ed un arcipelago di scogli, sormontato da tre faraglioni, riuscivano a dare qualche riparo alle barche. I principi Riggio capirono che bisognava popolare quella zona e costruirono le prime case che furono affittate a marinai di zone vicine (e non) incentivati e pronti ad un’avventura dai contorni non certi.
Furono allestiti il molo, la Chiesa, le due torri per la difesa, i magazzini, il fondaco, la “potega” e nacque anche un’amministrazione locale, oltre naturalmente al parroco (anzi all’arcipresbitero) che era la vera guida del paese: ciò fu ufficializzato nel 1691.

I primi decenni di vita non furono facili ma l’avvedutezza dei Riggio, unita all’intraprendenza commerciale dei più facoltosi catenoti e dei vicini castellesi, fecero di Trezza uno degli scali più importanti della Sicilia a metà del ’700. Luigi Riggio aveva fatto edificare dopo il 1730 altre case ed altri magazzini, rendendo inoltre splendido il suo palazzo vicino al mare, oggi praticamente scomparso così come la più grande delle torri di difesa. Aveva poi creato una strada carrozzabile che da Trezza giungeva a S. Maria della Catena e, grazie al suo ruolo di Grande di Spagna ed ai contatti che aveva un po’ dappertutto, faceva affluire nello scalo barche di ogni tipo. Fu anche  ambasciatore in Francia, e da Trezza, in particolare, partivano persino formaggi etnei per quella illustre sovrana. Con quella Nazione in ogni caso i contatti furono frequentissimi.