Roberto Rimini (Palermo 24 marzo1888 -Acitrezza 16 febbraio 1971) è il pittore della luce e del mare della sua Sicilia. Ad Acitrezza si recò nel 1952, inizialmente per una vacanza estiva con la famiglia, ma catturato dalla malia del luogo decise di soggiornarvi e vi rimase fino alla sua morte. Studia a Napoli (1905-1907) presso l’Istituto di belle arti, a Venezia (1907-1912) presso l’Accademia di belle arti e a Roma (1913). La formazione artistica di Rimini si compie nel fondere la plasticità della pittura ottocentesca napoletana e il coloriamo tonale della pittura veneta Dopo il congedo militare dalla Prima guerra mondiale torna nella natia Sicilia, dove inizierà la sua lunga e ricca attività artistica alternandola ad impegni di vario genere. Numerose sono le sue mostre personali e quelle collettive; tra le prime si ricordano quelle del 1927 presso il Palazzo comunale di Catania con presentazione di Federico De Roberto, del 1944 a Palazzo Biscari, degli anni 1951/1952/1953 al Circolo Artistico, del 1954 presso la Botteghina, e degli anni 1955/1956 al Circolo della Stampa. Tenne la sua ultima personale ad Acitrezza nel 1966 in occasione dell’inaugurazione dei locali della “Pro loco” di Acitrezza Si volle così tributare omaggio all’artista, che, come scrisse, Saverio Fiducia “era stato indotto a bagnare quotidianamente i pennelli sotto il cielo di Trezza”. L’Istituto comprensivo “R. Rimini” volle ricordare nel 2000 il pittore con una piccola ma significativa mostra. Rimini fu preside del liceo artistico di Catania (1937-1940) e professore di anatomia all’Istituto statale d’arte di Catania (1941); fu componente della commissione del Premio di pittura Acitrezza negli anni ’50. La Città di Catania ha voluto onorare il pittore con due mostre retrospettive (1975 al Palazzo di Città, e 2002 alle Ciminiere). I soggetti di Rimini sono svariati: paesaggi di campagna, quella vissuta e lavorata dei contadini, marine, nature morte, vasi di fiori, ritratti di familiari, di personaggi illustri come F. De Roberto G. Verga, E. Maganuco. Il mare di Trezza, lo stesso mare di Padron Toni che dispensa sventure ai Malavoglia, nei dipinti di Rimini trasmette serenità e quiete. Il mare è colto in momenti di calma o di tempesta, i pescatori di Trezza sono rappresentati durante le diverse fasi del loro lavoro, non sono “i vinti”, come nei Malavoglia di Verga, ma uomini che vivono e amano visceralmente il loro mare, il mare di Trezza.